Palermo Politeama Garibaldi: Francesco Libetta in concerto per il centenario degli Amici della Musica

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Le musiche di Ezio Bosso e Franco Battiato si mescoleranno alle pagine di Chopin, Liszt, Scarlatti e Bach in un concerto che celebra l’identità dell’Associazione con un programma fra tradizione e ricerca dei nuovi linguaggi

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Sarà il pianista salentino Francesco Libetta il protagonista del primo concerto della Stagione serale nell’anno delle celebrazioni del centenario della fondazione dell’Associazione Siciliana Amici della Musica: lunedì 13 gennaio, al Politeama Garibaldi alle 20.45, si entrerà ufficialmente nell’anno n. 100 con un appuntamento musicale che omaggerà la storia degli Amici della Musica con l’esecuzione di un programma articolato fra grandi pagine del repertorio cameristico tradizionale e la proposta di nuovi ascolti, all’insegna della scoperta di uno dei grandi compositori del nostro tempo come Ezio Bosso, ospite degli Amici della Musica nel 2018.

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Così le note delle Sonate in La Maggiore in Re minore di Domenico Scarlatti si alterneranno con la trascrizione della canzone del 1985 del cantautore di siciliano Franco Battiato “I treni di Tozeur” e quelle dei brani “Sen Peygamberler” e “Hazreti Mevlana” dall’opera Genesi, così come al Notturno n. 3 “Liebesträume” di Franz Liszt farà eco Liebet Traum del compositore contemporaneo Orazio Sciortino. Si proseguirà con pagine pianistiche celebri come il Nocturne op. 9 n. 2, la Valse op 64 n. 1 e la Barcarolle op. 60 di Fryderyk Chopin, il Prelude op. 3 n. 2 di Sergej Rachmaninov e le Sinfonie n. 7 e n. 11 di Johann Sebastian Bach. Chiuderà il concerto l’esecuzione della trascrizione per pianoforte di due movimenti della Sinfonia Oceans di Ezio Bosso, cioè il IV movimento e il Finale.

Il rapporto musicale fra Ezio Bosso e Francesco Libetta si è concretizzato con Lighting Bosso – From Bosso to Libetta’s transcriptions, un progetto discografico di Libetta per Sony Classical che si propone di portare a nuova vita le più celebri composizioni pianistiche di Ezio Bosso, musicista, compositore e direttore d’orchestra prematuramente scomparso nel 2020, insieme a nuove trascrizioni dai suoi testi sinfonici ad opera dello stesso Libetta. Il concerto palermitano è una delle date di una tournée che sta portando Libetta in tutta Italia in cui ad ogni concerto è proposto un impaginato diverso che, pur mantenendo l’idea di iniziale di Francesco Libetta, cioè il costante dialogo tra la musica di Bosso e i grandi del passato, presenta ogni volta differenti ed originali combinazioni, trasformando così ogni singolo concerto in un’ulteriore occasione di approfondimento, scoperta e ricerca di colori, suggestioni, idee.

«La musica di Bosso – dichiara Libetta – a noi che la eseguiamo dona soddisfazioni e responsabilità. Impossibile, infatti, limitarsi a suonare quello che è scritto: chi legge la musica di Bosso deve veramente interpretare. Affinché questa musica risulti viva è indispensabile suonarla con una costante attenzione al suono concreto che si forma via via, verso l’accadere della musica, momento per momento. Infiniti dettagli che sarebbe impossibile annotare. Non si parte come un proiettile, o un missile che una volta sparato va dritto. Tutto va ripensato battuta dopo battuta. E naturalmente ogni scelta si rinnova a ogni esecuzione, in ogni sala. Si potrebbe pensare a quando chiediamo una indicazione stradale, a Venezia, o in un paese medioevale, e ci dicono: “sempre dritto”, e poi ci dobbiamo districare tra vicoli, muri torti e ponti. Fondamentale nella musica di Bosso è anche una forma particolare di consapevolezza. Per montare una musica che sa che cosa vuole dire, l’autore sa anche dove andare a trovare i vocaboli necessarî, tra autori del passato e sperimentazioni d’avanguardia. In un mondo ammalato di velocità, il discorso di Bosso riesce a recuperare una particolare dimensione temporale, tutta sua. E a prendersi tutto il tempo necessario. Nel quale riesce a disegnare un percorso, emotivo o ipnotico, che non vuole essere fuori di noi, ma dentro».

Per il New York Times Francesco Libetta, Steinway Artist, è « Poeta aristocratico dal profilo e dal portamento di un principe rinascimentale», mentre per Le Monde de La Musique «l’éritier des Moritz Rosenthal, des Busoni et des Godowsky» e per Corriere della Sera «uno spolvero di signorilità che credevamo perduto negli archivi dell’interpretazione pianistica». D’Avalos gli ha dedicato tutti i suoi pezzi per pianoforte solo e Paolo Isotta lo ha definito «il più grande pianista vivente». Ha realizzato integrali pianistiche di Beethoven, Händel, Chopin, Godowsky, Paisiello, Bosso; ha pubblicato registrazioni di Schumann, Liszt, Ligeti, Ravel, Debussy. Le sue registrazioni sono pluripremiate da Diapason, Le Monde de la Musique, Classique, Amadeus fra i tanti. Ha collaborato con direttori come Pappano, Andreae, Mandeal e artisti come Sollima, Anna Caterina Antonacci, Devia, attori come Boni, Laurito, Preziosi, Marchini, danzatori come Carla Fracci e ha fondato il gruppo di ballo Corerofonie. Dopo gli studi di Composizione con Marinuzzi a Roma e Castérède a Parigi, ha scritto musica per teatro, cinema, acusmatica, cameristica, sinfonica, e l’opera L’Assedio di Otranto, messa in scena in Puglia e a Roma e pubblicata in cd. «Libetta compositore è poeta doctus» scrisse Isotta sancendo il profilo di uno degli artisti italiani più stimati nel mondo e versatili, dalla direzione d’orchestra all’attività di saggista musicale, registra d’arte visuale e a sua volta protagonista dei documentari di Monsaingeon e Battiato, già didatta per il Miami Piano Festival e ora a Martina Franca con la Fondazione Paolo Grassi.

 

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